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XII classe: l´esperienza a Loppiano
I ragazzi, seppur abituati ad un ambiente scolastico accogliente e familiare, hanno apprezzato particolarmente il calore e l’accoglienza di adulti e giovani che li hanno fatti sentire ben accetti e integrati nella comunità e non solo dei comuni ospiti. Per loro è stata un’esperienza significativa dal punto di vista tanto umano che sociale. L’esperienza dei laboratori per alcuni ha rappresentato uno scoglio tra la realtà e le aspettative che si erano volutamente o meno creati prima di partire.


Si è potuto notare il grado di apertura dei ragazzi davanti ad un’esperienza nuova con persone nuove e come questi si siano progressivamente aperti e attivati interiormente riconoscendo nell’artista che li seguiva una figura di riferimento competente e soprattutto umana e disponibile a condividere con loro la propria biografia e conoscenza.
Da parte degli insegnanti (Fabio, Stefania, Alessandra e Michela) c’è una grande gratitudine alla comunità di Loppiano, agli artisti e all’organizzazione per la significativa esperienza umana che la classe ha potuto vivere e la bella energia e gratitudine che voi tutti dimostrate ogni giorno l’uno verso l’altro.


Abbiamo potuto vedere tutto l’aiuto, lo sforzo e il sacrificio che ognuno mette per creare comunità di uomini votati al bene comune, alla formazione di comunità basata su valori cristiani condivisi e questo è stato il vero valore aggiunto che ci siamo portati a casa.
Qui sotto un rappresentante di ogni gruppo ha voluto scrivere due parole per raccontare come è stata vissuta l’esperienza.
Ciro (artista internazionale dell’arte del riuso):
La mia esperienza con Ciro è stata davvero particolare e, a modo suo, sorprendente. All’inizio, quando l’ho incontrato, sono rimasto piuttosto deluso. Le mie aspettative erano molto alte: ci era stato detto che avremmo fatto un laboratorio di ceramica, ma la realtà è stata completamente diversa. Mi aspettavo un ambiente tranquillo, ordinato, invece mi sono trovato davanti una persona che mi è sembrata molto fuori dagli schemi, quasi un matto!
Nonostante il primo impatto strano, col passare delle ore ho cominciato a capire di più il suo modo di lavorare. Abbiamo iniziato facendo cose che non avevo minimamente previsto: pulire una buona parte del laboratorio, innaffiare le sue numerose piante, e poi, del tutto inaspettatamente, ci ha messo in mano strumenti come la saldatrice, la fiamma ossidrica e il taglio al plasma. All’inizio ero incerto, ma poi mi sono lasciato andare.
Mano a mano mi sono immerso nel flusso del lavoro e, quasi senza accorgermene, ho costruito una barca a vela fatta interamente con materiali di recupero. È stato sorprendente quando Ciro mi ha detto che potevo portarla a casa: era come se mi avesse premiato per essermi fidato e lasciato coinvolgere.
Alla fine posso dire che è stata un’esperienza unica, che mi ha lasciato qualcosa sia a livello pratico, perché ho imparato a usare attrezzi nuovi e a costruire qualcosa con le mie mani, sia a livello personale, perché mi ha insegnato a non giudicare troppo in fretta e ad aprirmi alle novità, anche quando sembrano lontane da quello che mi aspettavo.
Mirco L.
Gen Rosso (band con elementi da tutto il mondo attiva da 60 anni):
Ho avuto la fortuna di fare questo piccolo “laboratorio” con i Gen Rosso, un gruppo di fama internazionale con membri provenienti da ogni parte del mondo, che suonano musica pop ma hanno anche un vasto repertorio liturgico.
Abbiamo passato solo sei ore con loro, ma io personalmente posso dire di aver imparato cose nuove.
Come prima cosa abbiamo iniziato a riscaldare la voce, ma non solo nel solito modo, quindi con esercizi di fiato o vocali, ma bensì con un riscaldamento del corpo, quindi movimenti. Poi hanno distribuito il testo di una loro canzone e passo passo abbiamo iniziato a imparare frase per frase esplorando note che non sapevamo di saper fare.
Infine ci hanno portato a visitare tutti i loro studi di registrazione e le varie sale prove dove si creavano anche coreografie, ci hanno fatto veramente immergere nella loro quotidianità lasciandoci tutti davvero felici perché ho visto gente che di solito non si espone molto o a scuola non canta, davvero presa e felice di fare quel lavoro.
Dal primo momento sono stati tutti molto gentili e accoglienti e ci hanno dato la possibiltà di esporci e creare un rapporto alla pari con loro; sono stata davvero contenta di aver partecipato e spero sia possibile invitare questo gruppo a fare un laboratorio.
Linda D.
Gianni Antoniol (Acquerello):
Durante il mio laboratorio di acquarello, ho incontrato un maestro eccezionale, un artista appassionato e molto esperto, che ha condiviso con me e il mio gruppo la sua conoscenza della tecnica dell’acquarello. La sua storia comincia tanto tempo fa, quando così per svago, prese in mano un pennello e una tavolozza di colori e iniziò a dipingere elementi in acquarello, fu così che iniziò ad appassionarsi. Nel nostro primo incontro, abbiamo dedicato del tempo per approfondire le diverse tipologie di acquarello che si possono realizzare, comprendendo le tipologie di carta più adatte, i pigmenti più efficaci e i pennelli migliori. Successivamente, abbiamo deciso di immergendoci nella natura, e così abbiamo fatto una passeggiata tra i colli, camminando lungo sentieri tortuosi, finché non siamo arrivati in un giardino di un antico castello.
Qui, armati di matite e fogli, abbiamo iniziato a fare degli schizzi veloci dei paesaggi che ci circondavano e che ci piacevano di più. Dopodiché siamo tornati in laboratorio, dove abbiamo iniziato a lavorare sui nostri disegni a matita, trasformandoli in acquarelli. L’acquarello è una tecnica piuttosto veloce, in cui la precisione non è l’elemento principale, poiché grazie all’acqua il colore può espandersi, in tutte le direzioni. La nostra prima lezione si è conclusa insieme al nostro dipinto che grazie alle indicazioni del nostro insegnante, pur essendo una prima prova, si è rivelato veramente bello. Il secondo giorno, invece, ci aspettavano ben otto ore di lavoro intenso.
Questa volta abbiamo realizzato un paesaggio già fotografato in precedenza, usando la tecnica “bagnato su bagnato” che consiste nel bagnare completamente il foglio con dell’acqua, e poi, con la punta del pennello, si stendevano i colori. Per questo disegno abbiamo utilizzato della carta 100% di cotone, differente dalla precedente, che viene ritenuta di minor qualità poiché il colore non ha la possibilità di sprigionare tutta la sua bellezza. Dopo aver completato anche questo ultimo disegno, era ormai arrivato il momento di concludere la nostra esperienza. Per farlo, abbiamo realizzato una cartolina decorata con delle margherite, usando la tecnica del pen and wash (penna e acqua). Questa tecnica consiste nel delineare con cura i contorni di tutti gli elementi che si desiderano realizzare, nel nostro caso delle margherite. Una volta completato il disegno, si può passare alla fase successiva, che consiste nel riempire tutti gli spazi vuoti con i colori ad acquarello. Ma ecco che era giunto il momento di separarci. Tuttavia, tornavamo a casa arricchiti da tante nuove esperienze, e i disegni che abbiamo portato con noi rappresentano la prova di questa nostra splendida avventura.
Elena R.