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PCTO alla Scuola Waldorf di Prato

Ho svolto tre settimane di PCTO presso la scuola steineriana di Prato, in Toscana. La struttura è una bellissima villa antica situata vicino alla stazione della città, che comprende al suo interno otto classi, dalla prima all’ottava, mentre l’asilo è in un edificio staccato, anche questo una bella villa, qualche via più in là della struttura principale.
La mattina dovevo essere pronta alle 7:00 in modo da arrivare puntuale al “lavoro”. Io sono una dormigliona e quindi …. non è stato facile. Il viaggio non mi pesava perché il paesaggio regalava delle meravigliose albe che con i loro colori mettevano in scena un accuratissimo film...
Con questa immagine arrivavo a scuola e da lì iniziava tutto… Tutto quello che non mi sarei mai aspettata mi colpisse così tanto. Le attività che ho svolto all´interno della scuola sono state molte e varie, una caratteristica che mi ha accompagnata lungo il corso di tutta l´esperienza. Non è possibile infatti descrivere un giorno "tipo", perché ogni giorno i compiti erano diversi, alimentando così la mia curiosità. Ho avuto modo di immedesimarmi in molti ruoli: tirocinante, assistendo alle lezioni frontali come letteratura, anatomia, lavoro manuale, arte in tutte le classi; supplente, quando ho dovuto portare lezioni autonomamente in alcune classi. Questo mi ha permesso di fotografare con gli occhi tutte le fasi di un percorso che io stessa ho attraversato qualche anno fa, e mi ha immensamente colpita poter rivivere in modo completamente diverso questa esperienza, una delle cose più belle che si possa fare.

La prima settimana ho lavorato ad un progetto che consisteva nel creare dei sacchettini porta lavoro per i bambini di prima classe, inizialmente mi ha seguita, con grandissima cura e dedizione, la maestra di lavoro manuale, perché ho dovuto imparare ad usare la macchina da cucire. Il lavoro da svolgere non era troppo complicato, ma non avendolo mai fatto, non sapevo come sarebbe potuto venire, ed avevo qualche difficoltà…ma mi sono convinta ad andare avanti, senza mollare, e ho fatto bene! Infatti pian piano ho preso il via e nessuno più mi avrebbe potuto fermare. Sicuramente i lavori non sono venuti perfetti, ma ho imparato qualcosa di nuovo ed è questo che mi ha resa veramente felice.

Inoltre, nella prima settimana ho potuto dedicare del tempo proprio ai bambini di prima classe, aiutando le loro maestre nel portare un laboratorio di lana infeltrita. E’ stato molto divertente vedere i bimbi divertirsi, con le mani tutte impiastricciate nel creare il loro piccolo paesaggio invernale... Ognuno lo aveva immaginato in modo diverso, come un proprio mondo segreto. Con un chiacchiericcio di sottofondo e una spruzzatina di sapone, faceva sorridere anche solo vedere i loro sorrisi. Mi sono accorta che comunicare con loro è qualcosa di speciale, che non è concesso a tutti e riuscire solo a pensare di poterci essere riuscita è un’ emozione che solo i miei occhi potevano mostrare.  

Durante la seconda settimana ho portato un laboratorio di cesteria ai bambini di terza classe durante l’epoca dei mestieri. All’inizio mi sono un pochino spaventata perché è vero che anche noi avevamo fatto un laboratorio di questo tipo, in nona classe, ma facendo un lavoro molto più grande e complesso. Così ho dovuto pensare a qualcosa che soddisfacesse la richiesta ma che potesse essere realizzato in modo più semplice. Abbiamo realizzato delle stelle con i rami di midollino in modo che poi i bimbi potessero girarci intorno con altri rami e creare così il loro cestino.
E’ stata davvero un’avventura avere gli occhi dei bimbi tutti puntati addosso per comprendere meglio il lavoro da fare, ma poi girare tra quei piccoli banchi e aiutarli, osservando le loro piccole manine, che messe all’opera cercavano di procedere con il progetto, è stato veramente bello, ma non un bello che si dice quando non si sa cosa dire, un bello che quando lo dici ti manda il pensiero a ricercare tutti i sorrisi dei bimbi che si stampavano nei loro visini quando urlavano il tuo nome per chiederti una mano, quel bello che non è solo una parola, ma un sentimento.

Una mattina l’avventura a scuola mi aveva riservato qualcosa di diverso: senza preavviso sono stata catapultata in quarta classe per portare l’epoca di geografia sui punti cardinali. Con indicazioni date dalla maestra, che per problemi di salute quel giorno non era potuta essere presente, ho oltrepassato la soglia di quella piccola incertezza che frenava inizialmente la voglia di poter fare qualcosa di così importante. Non ci è voluto molto per ambientarmi, anzi, i bambini mi hanno subito accolta pieni di euforia. Mi sono sentita importante portando quella lezione, non me lo sarei mai aspettata, quello che mi serviva era un pochino di coraggio.

Quasi la stessa esperienza è stata ripetuta in ottava aiutando i ragazzi con un lavoro che dovevano completare. A loro bastava una figura diversa, non che parlasse o spiegasse, ma che fosse presente, perché a volte veramente basta solo questo, anche nel silenzio, sapere che c’è qualcuno là con te, ti fa stare bene.

In quinta invece ho dovuto tenere l’ora di lettura, aiutandoli quindi soltanto per qualche parola non compresa e a non perdersi troppo con il chiacchiericcio, che ad ogni età non manca mai.

Praticando queste attività ho avuto modo di osservare veramente tanto e quindi di portarmi dentro moltissime riflessioni: durante le lezioni di arte ho potuto capire i vari caratteri dei bambini che si manifestavano grazie alle diverse pennellate, ai diversi segni e modi di esprimersi.

Uno degli ultimi giorni mi hanno portata all’asilo, che posso descrivere con una sola parola: “culla”. Appena sono entrata mi ha accolto un indescrivibile calore che mi ha subito messa a mio agio, portandomi a conoscere i bambini con la massima naturalezza.

Entrare in questo posto è stato come entrare in un sogno, coccolata dai sorrisi dei bambini che mi guardavano incuriositi, pieni di domande. Durante questa mattinata ho avuto l’onore di fare una lezione di euritmia, e nonostante questa materia non mi entusiasmasse più così tanto, rifarla con un’atmosfera diversa mi ha portato una sensazione veramente unica, mi sembrava di essere come dentro ad un  mondo magico che mai mi sarei aspettata di visitare. In giardino rincorrevo i bimbi per prenderli o li abbracciavo forte in modo da non farli cadere dai tronchi che li tenevano salvi dalla “lava”. Ecco, quegli abbracci sono stati come delle piccole scintille che ti fanno innamorare di qualcosa di speciale: gli occhi di un bimbo, il suo sorriso, le sue manine velate e il potere di vedere là dove i più grandi non vedono più.

All´interno dell´asilo ho avuto anche l´opportunità di conoscere un bimbo un po´ speciale che all´inizio mi ha manifestato la sua inquietudine. Era difficile comunicare con lui e non riuscivo a capire come fare, ma pian piano ho scoperto che non servivano le parole, dovevo aspettare che lui mi permettesse di entrare nel suo mondo, dove non bisognava cercare di capire cosa dire o cercare di capire cosa diceva lui, ma semplicemente viverlo, con gli sguardi, con i gesti, con i silenzi, cose che le parole spesso non riescono a fare. Per questo quando alla fine è riuscito ad aprirsi regalandomi anche dei bellissimi abbracci ho capito che forse avevo trovato e seguito la giusta via per arrivare più in fondo di una semplice parola.

Ho avuto anche l´occasione di partecipare alla parte artistica del Collegio degli insegnanti, dove ho potuto vedere quanto c´è dietro anche solo ad una "semplice" lezione, ad un ritmo, ad una poesia creata... E quanto gli insegnanti credano in quello che fanno grazie alla loro forza, che secondo me è il rispetto e la collaborazione che hanno tra di loro.

Voglio veramente ringraziare di cuore tutti i componenti di questa comunità, soprattutto la mia tutor Caterina per avermi accolta con questo fortissimo calore e per essersi fidata fin dal primo momento, mettendomi alla prova ogni singolo giorno. 

Non avevo nessuna aspettativa rispetto a quello che avrei potuto imparare all’interno della scuola, ma posso ritenermi veramente fortunata per aver avuto la possibilità di acquisire veramente tante competenze nuove, che mi hanno fatta crescere e che so mi aiuteranno ad affrontare diverse situazioni che mi si presenteranno nel futuro.

Oltre che imparare dei lavori pratici, come utilizzare la macchina da cucire, ho imparato a lavorare con i bambini, e farmi comprendere da loro, ascoltandoli, ho imparato a confrontarmi con gli adulti, aiutandoli a risolvere imprevisti e problemi sul lavoro, ho imparato a comunicare con i bimbi un pochino più speciali degli altri, entrando nei loro mondi, senza infastidirli, ma capendoli. Sono riuscita a mettermi alla prova quando mi sono capitate davanti situazioni sconosciute ed improvvise… Un pochino più grande sono diventata, di questo ho un po’ ho paura, però sono molto curiosa di quello che potrà accadere… Non vedo l’ora di scoprirlo!
Si sono solo aperte le tende di un palco infinito, lo spettacolo deve ancora cominciare.


Vittoria B. XII

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