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Paolo, il peso di una condanna ingiusta

Nel Canto V dell’Inferno, Dante e Virgilio giungono nel secondo cerchio, dove sono puniti i lussuriosi, coloro che in vita hanno ceduto all’istinto e soffocato la ragione, lasciandosi travolgere dalla passione.

L’ambiente è buio e caotico, con rumori confusi e un vento impetuoso che trascina le anime senza tregua, simbolo del desiderio incontrollato che li ha dominati in vita.

Tra i dannati, Dante incontra Paolo e Francesca, due amanti uniti da un amore proibito.

Francesca, moglie di Gianciotto Malatesta, racconta il loro tragico destino: lei e Paolo, fratello di Gianciotto, si innamorarono segretamente e vissero una relazione clandestina fino a quando il marito, scoperta la loro tresca, li uccise in un impeto di rabbia.

Mentre Francesca parla con voce malinconica, Paolo rimane in silenzio, sopraffatto dal dolore. Commosso dalla loro sorte, Dante è talmente turbato che sviene per la pietà e l’emozione. 

Amare è davvero una colpa? Se lo è, allora io sono colpevole. Ma non riesco a capire quale sia stato il mio vero peccato. Ho solo seguito il mio cuore, senza ingannare, senza fare del male. Eppure eccomi qui, trascinato da un vento senza fine, condannato a un tormento che non sento di meritare.

Francesca era tutto per me. Era luce in una vita che non avevo scelto, era respiro quando mi sentivo soffocare. Non abbiamo cercato l’amore, è stato lui a trovare noi. E quando è successo, come avremmo potuto fermarlo? Non abbiamo fatto nulla di diverso da ciò che ogni cuore innamorato fa: abbiamo ascoltato ciò che sentivamo dentro. Ma il mondo non ha capito. Ci ha giudicati, ci ha strappati via ogni possibilità di vivere quel sentimento alla luce del sole.

Ora siamo qui, prigionieri di un inferno che sembra più crudele del peccato che ci attribuiscono. Ma il vero tormento non è il vento che ci trascina, è sapere che la nostra storia è stata spezzata prima ancora di poter essere vissuta. E se questo è il prezzo dell’amore, allora lo accetto. Perché ovunque sia Francesca, anche nell’oscurità, lì è il mio posto.

 

Gioia, XI classe




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