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La signora Holle....riscrittura

Una vedova aveva due figlie, l’una bella e laboriosa, l’altra brutta e pigra. Ma ella preferiva di molto quest’ ultima, perché era la sua figlia vera, e all’altra toccava tutto il lavoro, come alla cenerentola di casa. Ogni giorno la povera fanciulla doveva sedere accanto a una fontana, sulla strada maestra, e filare e filare finché le sprizzava il sangue dalle dita.

Strano, vero? Voi immaginereste che il protagonista, quello con cui inizia la storia, sia l’eroe, quindi il carattere positivo, prendendo in considerazione solo le sue emozioni e ciò che gli accade.

E quindi eccomi qui: la figlia brutta e pigra, quella destinata ad essere antagonista, costantemente messa a confronto con le qualità del personaggio principale. Forse voi mi disprezzerete perché rappresento nella fiaba tutte le caratteristiche prettamente umane presenti in ognuno di voi.

Sinceramente, voi avete mai provato ad immedesimarvi in me o a provare pena nei miei confronti? Pensate: quando vi immaginate di vivere in una fiaba, vi immedesimate in un carattere positivo, nell’eroe della vostra fiaba immaginaria.

Avrete sempre visto come un’ingiustizia il fatto che la matrigna volesse più bene alla figlia brutta e pigra, rispetto a quella bella e laboriosa, apparentemente più meritevole. Provate a vederla invece sotto un’altra luce; vedere ciò che la fiaba non racconta: io e mia madre siamo accomunate da uno stesso dolore, causato dalla perdita di una persona a noi molto cara.

Ora, vorrete sapere come comincia la storia … Ebbene, un giorno, come spesso accadeva, sentii mia madre rimproverare mia sorella, che corse nuovamente verso la fonte; solo che poi non tornò.

Inizialmente non ci feci troppo caso poiché era consueto che lei ritardasse, dopodiché provai quasi sollievo per l’annullarsi di quel costante confronto e infine mi assalì una leggera inquietudine.

Passarono alcuni giorni.

Già cominciavo a preoccuparmi seriamente quando lei tornò. Non mi interessava molto del suo ritorno, ma feci un piacere a mia madre e uscii a salutarla. Ed era tutta coperta d’oro, tanto che io e mia madre ci meravigliammo non poco.

Poi, come è umano, giunse l’invidia che presto si tramutò in amarezza. Ciò che mi fece più male è che mia madre volle procurarmi la stessa fortuna quasi che io sola non bastassi.

Così dovetti anch’io sedermi accanto alla fonte e filare, e come in ogni fiaba per chi rappresenta la parte negativa, non poteva finire bene, è la morale alla fine, no?

Tutto ha una conseguenza e se non fai non ottieni e quasi vieni punito.

E alla fine della fiaba mi trovai coperta di pece per sempre, penalizzata per tutta la vita semplicemente per non aver fatto niente, senza la possibilità di riscattarmi, rimanendo per sempre la cattiva della storia.

 

Chiara, Edoardo, Filippo Mattia, Patrick, Sara, Teresa (IX e X classe)

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