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Seminare il futuro: un gesto di riconoscenza verso la terra
Domenica 12 ottobre 2014 seminiamo a “Seminare il Futuro”.
Siamo partiti da casa infreddoliti. L’umidità si sentiva anche nelle ossa, il cielo era grigio e la nebbia velava il paesaggio davanti a noi. Siamo tutta la famiglia, stiamo andando a seminate il futuro!
Certo che, se dovevamo guardare il tempo alla partenza, la giornata non avrebbe promesso niente di buono invece, mentre ci avviciniamo alla meta, la nebbia si dirada sempre più.
Il nostro entusiasmo aveva scaldato anche fuori e tra una strada e l’altra arriviamo a destinazione: Cortellazzo...
Scendiamo dall’auto e ci accolgono un cielo limpidissimo, arietta marina, cinguettio di uccellini. Siamo in tanti e si respira un’accoglienza famigliare e ci sovviene quello che Fabio Brescalcin augurava:
“È importante che le persone entrino nelle aziende agricole e conoscano dove e come si produce e che anche i produttori conoscano i loro consumatori. Anche il gesto che oggi faremo insieme, la semina, è importante. L’uomo è l’unico essere che semina: dobbiamo farlo con sentimento, direi quasi con venerazione.”
Ci si sente proprio a casa! seminare un campo è un rito antico, intimo. C’è della sacralità nel gesto e questo è quello che si percepisce. Siamo pronti, ci incamminiamo verso il campo che attende di accogliere la semina. Abbiamo un piccolo sacchetto con un tesoro all’interno, dei semi che grazie al nostro gesto porteranno la vita. In fila e con doveroso silenzio cominciamo la nostra semina a spaglio... la mano che dal cuore si apre alla terra sembra donare parte del nostro sentire, ci sentiamo pieni di gioia e riconoscenza.
La semina è conclusa. Lasciamo il campo. Intorno a noi gli occhi hanno il sapore di promessa, una promessa al futuro... Ci inviamo ad assaporare qualcosa di buono che amorevolmente e con semplicità hanno preparato alcuni genitori per tutti noi.
Un doveroso grazie per l’opportunità che è stata data ad adulti e bambini, un gesto che si ripete da millenni e che vive in tutti noi.