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Salvini e l’immigrazione

Tutto ebbe inizio quando l’ex Ministro dell’Interno, il leghista Matteo Salvini, salì al potere. Il suo principale interesse era, ed è tuttora, il fenomeno dell’immigrazione; il suo obiettivo, quello di fermare l’ingresso di migranti clandestini in Italia chiudendo i porti, credendo così di proteggere l’Italia da questa massa di persone, ritenendo forse che ognuno di loro voglia rischiare la vita, attraversando le acque del Mar Mediterraneo su di un gommone, per fargli un dispetto. Se prendiamo la cosa da questo punto di vista, appare chiaro, sapendo come si comportò il nostro ex ministro, che il suo obbiettivo è riuscito a centrarlo appieno, riuscendo infatti a bloccare numerose imbarcazioni di ONG o a deviare diversi sbarchi. Analizzando la faccenda da un altro lato e, oserei dire, un pò più a fondo, viene da chiedersi: siamo sicuri che Salvini abbia fatto di tutto per mettere al sicuro il nostro paese da una futura crisi legata al fenomeno migratorio?

Beh, dovete sapere che sono molti i dossier sui quali l’intervento dell’ex ministro ha contribuito a peggiorare, in prospettiva, i problemi dell’Italia.

Per iniziare vorrei parlarvi della missione “Sophia”, ovvero della prima operazione di sicurezza marittima europea che opera nel Mediterraneo centrale. Il suo scopo è quello di contrastare il traffico di esseri umani e di favorire il ritorno alla stabilità e alla sicurezza in Libia. E’ infatti il primo esempio di elevata integrazione delle componenti militari e civili europee, capace di operare in uno scenario internazionale. Salvini, però, ha attaccato quest’operazione, esprimendo la volontà di porvi una pietra sopra, ignaro forse del suo scopo; ha detto infatti che era utile solamente a favorire in qualche modo lo sbarco di migranti nel territorio italiano. Colpire “Sophia”, però, non significava colpire l’Europa, bensì l’Italia.

Lo stesso atteggiamento autolesionista Matteo lo ha avuto nel momento in cui il governo del cambiamento si è occupato di altri dossier, uno su tutti quello che tratta della modifica del trattato di Dublino. Questo trattato prevede che il primo stato membro in cui viene registrata una richiesta d’asilo sia il responsabile di detta richiesta da parte del rifugiato. L’ex ministro, però, aveva promesso di voler portare avanti la revisione del regolamento di Dublino, proponendo un’equa ripartizione dei migranti tra tutti i paesi dell’Ue. Anche in questo caso infatti, con un comportamento controproducente il governo passato ha portato a non votare e a bocciare la legge proposta dal parlamento europeo, che esentava in qualche modo l’Italia dal prendersi carico di ogni migrante richiedente asilo.

Ma non è finita qui. Il presidente Conte ha creato poi le condizioni per cui questo trattato non possa essere mai più modificato, accettando il principio che prevede che ogni ulteriore modifica del trattato debba essere decisa all’unanimità dai paesi dell’Unione Europea.

Il “tafazzismo” incarnato da Salvini non ha avuto solamente l’occasione di esprimersi in campo europeo, ma anche a livello nazionale. Lui ha sempre sostenuto di aver diminuito gli sbarchi del 90%, dimenticando però di dire come il trend fosse in costante diminuzione già da prima che salisse al governo. Un’altra cosa che l’ex ministro si era dimenticato di dirci era che, sui temi della lotta agli irregolari e dell’aumento dei rimpatri, le sue misure non hanno funzionato a dovere.

Appena caduto il governo giallo-verde si è letto che, nel periodo che andava dall´1 all´11 settembre 2019, gli sbarchi di migranti in Italia si sono triplicati rispetto allo stesso periodo del 2018, ritenendo così che si fosse invertito il trend che vedeva gli approdi al ribasso. Anche in questo caso dobbiamo stare attenti; apparentemente, infatti, fermandoci a questa mera informazione, la si potrebbe prendere come un’assoluta verità. Scendendo più a fondo, però, scopriremo come questo non sia vero del tutto, in quanto gli sbarchi appena citati fanno riferimento solamente a quelli registrati dall’ente statale, mentre non tengono conto di tutti quegli approdi, detti fantasma, che avvengono ogni giorno in chissà quale costa dell’Italia e che pertanto non vengono registrati. Sono proprio questi, però, a rendere i sondaggi in qualche modo fasulli.

Personalmente ritengo sia difficile schierarsi da una parte o dall’altra, in quanto penso che ogni persona abbia il diritto di vivere in un ambiente sano e non minacciato da guerre o quant’altro. D’altra parte, però, temo sia difficile per il nostro paese accogliere questo flusso continuo di esseri viventi. Bisognerebbe riuscire innanzitutto a rimediare aiutandoli a risolvere le loro problematiche, agendo alla radice del problema, investendo molte forze ed energie per farlo, ma non solamente l’Italia, in quanto presa particolarmente in causa, bensì tutti i paesi, europei e non.

Dovrebbe sorgere spontaneo il desiderio di voler aiutare un nostro simile in una situazione così deplorevole, ma forse per molti è più importante l’aspetto economico.

Edoardo M. XII cl.

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