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Rumori fuori scena: una commedia esilarante per una classe esuberante

Tradizione vuole che ogni anno, nel secondo quadrimestre, ogni dodicesima classe debba cimentarsi in un’esperienza teatrale, tanto simile quanto diversa dalla famigerata “recita di ottava”.

Non è neanche Natale che subito si parte, e nel giro di due settimane ci si trova con l’opera decisa (ovviamente da noi ragazzi) e le principali decisioni in merito prese. Da lì cominciano a crearsi piccoli gruppetti, pronti ad organizzare e pianificare. Il tempo non è molto, e le cose da fare non mancano. Fortunatamente la nostra classe è rinomata nell’ambito scolastico, per essere molto attiva e movimentata (positivamente), e nelle situazioni in cui vi è molto lavoro da fare si destreggia al meglio.
Questa stessa caratteristica esuberante ha determinato la scelta di un’opera tutt’altro che statica, ossia “Rumori fuori scena”. È questa una commedia meta-teatrale di Michael Frayn che mette in scena le vicissitudini di una compagnia teatrale durante le prove e le rappresentazioni di uno spettacolo, dovute dalle difficoltà del testo messo in scena e alle dinamiche relazionali tra gli attori stessi. Si divide in tre atti; in ognuno viene riproposto sempre il primo atto dello spettacolo: ognuna di questi tre ha ambientazioni diverse, e diverse vicissitudini. Nel primo si vede la compagnia provare per l’ultima volta lo spettacolo prima di andare in scena, nel secondo si vede il retroscena di una rappresentazione della tournée, caratterizzato da conflitti interni tra gli attori; infine nel terzo si assiste al peggior spettacolo della stagione teatrale, un vero disastro.

 

Per fortuna il nostro destino si è rivelato fin da subito tutt’altro che simile a quello dei personaggi del copione, e così con la fine del mese di febbraio le parti sono state decise, assieme a costumi e scenografia.

Neanche il tempo di abituarci all’idea che di li a poco avremmo dovuto mettere in scena uno spettacolo, che il fatidico giorno (sabato 17.03.2018) è arrivato. In un modo o nell’altro le due settimane, tra risate e corse furibonde, erano passate.

Nello spogliatoio l’aria era pesante e l’odore di lacca per capelli bruciava le narici. Diciotto volti coperti di fondotinta aspettavano di fare il loro ingresso in scena: c’era chi continuava a leggere e rileggere il copione, chi seduto tremante sulla panchina, chi talmente agitato da non riuscire a stare fermo, e chi non riusciva a capire perché non fosse scappato quando poteva farlo. Poi la porta si aprì, le luci calarono, e lo spettacolo ebbe inizio...

Fu un successo: la sala era piena zeppa e quando cominciò l’applauso il palco pareva tremare. Un’emozione indescrivibile, difficile da spiegare a parole. Sensazione che tornò a farci visita al termine delle due repliche di Milano.

Così, tra gli applausi, si è conclusa la nostra bellissima esperienza, che ci ha toccati e formati più di quanto ognuno di noi voglia ammettere. E che ancora una volta ci ha uniti ulteriormente e lasciati entusiasti ed impazienti di intraprenderne un´altra al più presto.

In conclusione, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo.

 

Leonardo - XII classe

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