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Quella nuova a Denver

Quando ho deciso di partire per l’America sapevo che sarebbe stata un’esperienza che mi avrebbe arricchita e cambiata, ma non immaginavo nemmeno lontanamente tutti i modi in cui sarei stata spinta a crescere. Non nego di aver avuto timore, in particolar modo nei giorni antecedenti la partenza, di quello che mi aspettava. Il prospetto di abbandonare la mia vita e iniziarne una da capo era allo stesso tempo esaltante e terrificante, così mentre pensavo a tutte le persone che avrei conosciuto e le esperienze che avrei fatto, mi si stringeva il cuore all’idea di salutare tutti e andarmene. 

Confesso che tra me e Denver non è stato amore a prima vista: i primi giorni guardavo le strade a quattro corsie con disprezzo e pensavo alle stradine piccole e modeste di Conegliano, vedevo i fast food sparsi qua e là e tra me e me sognavo la pasta al ragù di una trattoria; quasi con rabbia guardavo gli stessi palazzi e le stesse montagne che adesso ai miei occhi sono la cosa più bella che esista. É proprio vero che la bellezza sta negli occhi di chi guarda, perché Denver adesso per me è il posto più affascinante che ci sia. 

La prima volta che ho messo piede a scuola fremevo dalla voglia di scoprire come sarebbero andati i prossimi mesi, e ad oggi mi ritengo immensamente grata per le amicizie e i legami che ho trovato tra quelle quattro mura. Ho avuto la fortuna di conoscere persone che hanno saputo mostrarmi nuovi punti di vista e realtà che non avevo mai considerato, e che in pochissimo tempo mi hanno insegnato delle mie verità che nemmeno io conoscevo, mostrandomi una nuova parte di me. Persone genuine e oneste, che nonostante non mi dovessero niente non mi hanno mai permesso di prendere l’autobus per andare a scuola, anche se per loro significava guidare 20 minuti in più. Ho avuto l’onore di conoscere individui stupendi e vivere una realtà completamente nuova, diversa da quella che mi era familiare, cosa che mi ha permesso di scoprire nuovi aspetti di me stessa. Essere “quella nuova” non è mai facile, soprattutto quando ti trasferisci da un continente all’altro, però ti insegna a farti strada e metterti in gioco, perché nessuno lo farà al posto tuo, così ho scoperto che sono in grado di farlo, ho scoperto che ho più potenzialità di quanto non mi fossi mai permessa di credere, per questo posso dire che sono fiera della persona che sto dimostrando di essere. Adesso vivo con i miei zii e i due cugini, Wyatt di due anni e mezzo e Olive di sei mesi. Tra urla, pianti, e pannolini sporchi mi sono affezionata profondamente a loro, e non riesco a immaginare di svegliarmi la mattina senza Wyatt che entra in camera mia, accende la luce e sale sul letto con me (per poi lanciarmisi addosso finché non decido di alzarmi), anche perché quando lui non c’è va a finire che non mi alzo e arrivo in ritardo a scuola. In conclusione credo che venire qui fosse la scelta migliore che potessi fare, e non smetterò mai di essere grata a tutte le persone che hanno fatto e stanno facendo di questa esperienza alcuni dei momenti più preziosi della mia vita.

Sarah E.



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