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Lo sport può tollerare il razzismo?

Sport è una parola inglese che significa divertimento. La parola è a sua volta un´abbreviazione dell’antico termine francese “desport”, da cui derivano lo spagnolo “deporte” e l´italiano “diporto” (svago, divertimento, ricreazione).

Lo sport fin dall’antichità aveva quindi lo scopo di divertire, di unire le genti anche in momenti di conflitto.

Un esempio lampante di ciò sono le olimpiadi, nell’antica Grecia infatti era tradizione avvenisse questa manifestazione, essa portava più polèis a ritrovarsi in un luogo prescelto per un periodo di festa che univa tutte le culture in un´unica grande competizione.

Così ogni forma di conflitto e violenza veniva accantonata per l’occasione.


Era anche un modo per manifestare la propria qualità nelle discipline, per superare i propri limiti, per badare alla cura del corpo e alla bellezza interiore ed esteriore; tutto ciò ha affascinato molti artisti e gli ha dato lo spunto per le proprie sculture e i propri dipinti.


Nel tempo, i giochi olimpici persero importanza a causa della crescita del potere Romano in Grecia. Poi, con la nascita del cristianesimo i giochi si estinsero definitivamente.

Molti secoli dopo, alla fine del 1800, si vollero restaurare le mitiche olimpiadi greche, così nel 1894 si decise che i primi giochi olimpici moderni ripartissero nel 1896 in Grecia, proprio dove nacquero.


L’essenza inclusiva dei giochi olimpici, però, si era persa e solo poche nazioni parteciparono. Inoltre, nacque qui una forma di razzismo verso gli atleti di colore che venivano etichettati come “selvaggi”.

Nel 1938 si svolsero le olimpiadi in Germania sotto il regime nazista, dove gli ideali della razza ariani vennero smentiti clamorosamente da un corridore americano di colore,  George Owens che si sbarazzò della concorrenza vincendo 4 medaglie d’oro, dimostrando le verità infondate sulle quali si basava l’intero regime e il loro pensiero.

Ad oggi, per fortuna, alle olimpiadi si è raggiunto un buon livello di integrazione e  non ci sono più distinzioni di razza o genere, sono state addirittura istituite la Paralimpiadi, che permettono davvero a tutti di esprimere la loro passione e i loro sogni, senza essere discriminati per alcun motivo.


Tuttavia, non tutti gli sport hanno imparato la lezione e ancora oggi si verificano casi di razzismo molto gravi, soprattutto nell’ambito calcistico, in cui tifosi accaniti e volgari prendono di mira alcuni giocatori attraverso cori discriminatori.


Ovviamente questi gesti vengono puniti severamente, ma, secondo noi, la sola punizione non può abbattere questo lato oscuro dello sport; serve un’educazione già dalla scuola, un insegnamento che possa far comprendere a tutti cos’è veramente lo sport: un divertimento da non strumentalizzare attraverso atteggiamenti che in una società ideale non dovrebbero nemmeno esistere.


a cura della Redazione WriThings



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