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LĀ“inferno della diaspora, storie di vittime e carnefici

Non é mai facile lasciare la propria patria. Alcuni lo fanno per scoprire nuovi paesi ed incontrare nuove persone, altri per il lavoro o per studiare. In ogni caso rimane difficile abbandonare il proprio paese e trasferirsi altrove. 

Ma la maggior parte delle persone ha la fortuna di poter decidere se vuole rimanere nel proprio paese oppure no. Si Provi, però, ad immaginare di non avere questa possibilità. Immagina, lettore, di essere costretto a fuggire dalla tua patria, avendo paura per la tua famiglia ed il tuo futuro. 

Attualmente più di 65 milioni di persone sono in fuga, una cifra che non è mai stata così alta. Alcune cause possono essere le guerre civili, o la povertà che incombe sui paesi più in difficoltà. Tutte queste persone desiderano sicurezza e protezione. 

I reporter, Naima El Moussaoui e Lukas Roegler, sono partiti per incoraggiare alcune donne, costrette a fuggire, a condividere la loro storia. Queste donne, condizionate dalle loro esperienze traumatiche, hanno raccolto tutta la loro forza per riuscire a raccontarsi. 

Lydia (nome di fantasia) era fuggita dal Kenya perché aveva ricevuto delle minacce di morte. Finalmente arrivata in Germania, si credeva al sicuro. Ma in un centro d´accoglienza per rifugiati é stata più volte vittima di molestie sessuali. Lydia aveva paura e anche lì non si sentiva protetta. Una notte due uomini sono entrati in camera sua; uno le teneva la bocca, l’altro é salito sul letto. Lydia é stata stuprata. Questi due uomini dicevano che, se l´avesse detto a qualcuno, l´avrebbero uccisa. 

Lydia decise comunque di raccontare l´accaduto a uno degli educatori, ma lui non fece niente per aiutarla. Lei non era disposta a mollare, così denunciò la violenza una seconda volta, ma loro non le volevano credere. Adesso Lydia sapeva che non sarebbe più stata al sicuro in nessun luogo.

 Purtroppo questa storia non é un caso isolato. Tante volte le donne devono fuggire da sole con i figli, perché i loro mariti, padri e fratelli vengono presi dall’esercito o portati in carcere. Durante la fuga verso la “salvezza” tante donne o ragazze diventano vittime di violenza. Raccontano che molti uomini abusano di loro e le maltrattano. Essendo mescolati insieme uomini, donne e bambini, nei centri d’accoglienza avvengono molti casi di violenza sessuale. I molestatori non sono solo profughi, ma anche dipendenti e collaboratori di queste istituzioni. 

Sapere che oggigiorno avvengono fatti tanto terribili, mi fa riflettere e mi delude. Quello che succede a queste persone nella loro patria è spaventoso, ma non é accettabile che la loro sofferenza debba continuare anche quando arrivano in Germania o in altri paesi europei. 

Penso che sia arrivato il momento in cui dovremmo cambiare qualcosa. E non chiudere sempre gli occhi davanti ai fatti che succedono nel nostro mondo. Dobbiamo soccorrere le persone che hanno bisogno del nostro aiuto. 

Far sì che il loro desiderio di sicurezza non rimanga un sogno lontano e irraggiungibile.

  

Mira  – XII classe

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