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Un filo ci unisce

“vorremmo realizzare delle “coperte sociali” fatte di tanti piccoli pezzi che verranno uniti a seconda del colore e della tipologia del materiale utilizzato. Ogni singolo pezzo è inutile senza la condivisione e la comunione con gli altri.  L’unione di tanti pezzi formerà qualcosa di nuovo grazie alle molteplici individualità”

La proposta è stata accolta con entusiasmo da grandi e piccini, le piastrelle fatte con tanto amore sono state pazientemente unite a formare 8 coperte e 8 pannelli da appendere e 2 cuscini.

Ora questo filo che da noi è partito andrà nel mondo, verso altre scuole, altri genitori, altri bambini lontani, infatti abbiamo pensato di avviare una raccolta fondi collegata al WOW Day (Waldorf one World - Day), iniziativa nata oltre 20 anni fa per aiutare Scuole Waldorf meno fortunate di noi, in tutto il mondo. 

Come funziona? Se siete interessati a ricevere un manufatto potete lasciare il vostro nome ed una libera donazione in Segreteria, le donazioni raccolte verranno devolute ad una scuola waldorf scelta fra quelle in stato di necessità, site nei paesi più poveri del mondo. E´ sott´inteso che si può fare in ogni caso una donazione.

Per approfondire il WOW Day:    Sito WOW Day

Grazie di cuore a tutti!


Di seguito la testimonianza scritta da una mamma della scuola, che abbiamo il piacere di pubblicare:

La proposta dell’iniziativa “Il filo che ci unisce”  è arrivata in un momento molto delicato per ognuno di noi e per la comunità della nostra scuola. 
L’immagine immediata che mi ha portato incontro è stata suggestiva e potente: un forte richiamo all’unità, pur nelle differenze. Il filo che ci unisce sono gli ideali che condividiamo, lo spirito che ci entusiasma e orienta l’agire. Così dovrebbe essere…
Spesso le immagini arrivano dove le parole non riescono e lì, lavorano e riscaldano.
In tempi di separazione, freddezza, grigiore, il rimedio per re-agire è riprendere quel filo magico ed in qualche modo, renderlo visibile: realizzare una morbida coperta di piastrelle variopinte, che ci riscalda e tiene assieme, che  meraviglia!
La scintilla scaturita da questa immagine ha acceso in me la volontà di esserci, di fare la nostra parte come famiglia e, nel nostro piccolo, dare un contributo.
Mi piace pensare che ognuna di queste piastrelle ci racconti una storia che parla di chi l’ha  realizzata: racchiude la qualità del tempo impiegato, il calore delle mani, i pensieri, i profumi delle case da cui arriva, le speranze…
Questa è la storia della nostro “pezzo”.
Inizialmente mi era venuta l’idea di ricamare, ammesso che ne fossi capace, un bel paesaggio nel verde con un filo unico ininterrotto, che desse un senso di unità e armonia. Immaginavo già il risultato finale… poi d’un tratto, prima ancora di iniziare il lavoro, ho avuto la necessità di fare un passo indietro e ripensare ad un percorso diverso, fatto coinvolgendo tutta la famiglia: dall’io al noi, appunto! 
A mia figlia era già chiaro il senso del pezzettino che si unisce in un tutto intero, perché nel periodo del lock-down tutti i bambini della sua classe, come lavoro manuale, hanno fatto a maglia dei quadratini per comporre una copertina per la classe: “WOW facciamo la stessa cosa, ma molto più in grande per tutta la scuola!“. Questa esperienza ha lavorato molto sul senso di appartenenza di grandi e piccini.
E’ stato meraviglioso, perché nelle circostanze in cui ci trovavamo, il coinvolgimento si è esteso anche alla nonna che ha partecipato attivamente. 
Nonna- mamma- figlia: un altro forte filo che unisce tre generazioni, dove io ho fatto da ponte del messaggio da portare e da facilitatrice quando c’è stato bisogno di curare qualche particolare in corso d‘opera. Ho cercato di valorizzare e far emergere quel che già c’era. 
In questo percorso io e mia figlia abbiamo giocato assieme con colori e materiali diversi per giorni e giorni, avanzando a piccoli passi. 
La nonna all’inizio ci è venuta in aiuto con calma presenza e mani esperte: ci ha donato la base di maglia semplice, pulita e bianca come un foglio d’album da colorare nelle manine vivaci della nipote. Ecco che, sulla piastrella intrecciata dalla nonna, il ricamo ha preso vita in un’esplosione di creatività e colore: è spuntato un prato spettinato dove non c’è un filo d’erba dritto, né uguale all’altro; il sole, fatto con la maglia a dito avvolta a spirale, splende. Poi sono sbocciati tanti fiorellini in feltro rossi e azzurri … papaveri e non-ti-scordar-di-me. Il tutto su uno sfondo soffice e caldo di lana-fiaba dove il cielo non è più una righina su in cima ma è sceso fino a toccare il prato! Questa è una scoperta, una sorprendente novità. E poi? Cosa manca? “Un arcobaleno, mamma! Sì, ci vuole proprio, un bell’arcobaleno, dopo tanta pioggia!”. 
Quando si rimane bloccati accade qualcosa di inaspettato che ci sorprende e ci fa scoprire risorse che non sapevamo di avere; i bambini in questo ci insegnano con la loro spontaneità e leggerezza: lasciano scorrere il filo, sciolgono i nodi e ci aprono a ricami inediti sulla tela. Una freschezza piena di fiducia nel futuro, sempre e comunque!
Un sentito grazie a chi, dietro le quinte, lavora con impegno e discrezione per scaldare la comunità e tenere accesa la volontà del fare assieme: ha il delicato compito di tenerci uniti con questo magico filo, oltre gli ostacoli. 
Grazie di cuore anche a chi, in questi tempi bui, si fa “portatore sano” di idee luminose di fratellanza anche verso altre comunità Waldorf meno fortunate della nostra: noi ci facciamo  tutti contagiare volentieri!

 


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