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Il forno in VII classe

IL FORNO

Il primo progetto di classe di quest’ anno, collegato al tema centrale della combustione affrontato durante l’epoca di Chimica, è stata la costruzione di un forno primitivo.

Una parte della classe, insieme al maestro Valerio, ha realizzato questo strumento rudimentale con la finalità di cuocere i lavori in creta realizzati in classe da ognuno di noi.

Questo forno è evidentemente artigianale, la tecnica usata per la sua realizzazione, molto probabilmente, è quella in uso già prima dell’era Cristiana e simile a quella adottata da quelle piccole comunità umane “primitive”, che faticosamente sopravvivono all’urto violento della globalizzazione.

Cuocere significa trasformare con l’ausilio del fuoco, significa sottrarre le sostanze naturali al loro destino naturale per introdurle in un processo in cui l’essere umano si fa artefice, creatore, capace di trasformare la materia con la forza dirompente della fiamma, del calore.

Questa esperienza chiude con un’applicazione pratica il nostro lavoro di osservazione del fuoco, grazie alla quale, pur nell’incanto della sua forza e del suo fascino, abbiamo cercato di carpirne i segreti, di individuare cos’è che effettivamente brucia nel fenomeno del bruciare, da dove proviene, che relazione ha con l’ambiente da cui deriva e al quale viene restituito quando tutto è compiuto.

LA PREPARAZIONE

 

La cottura dei manufatti d’ argilla ha richiesto sei fasi di lavorazione e che sono le seguenti:

1)    La costruzione

2)    La preparazione

3)    La disposizione dei manufatti

4)    La copertura

5)    L’ accensione

6)    L’ estrazione

 

1) La costruzione

Per questa prima fase di lavoro abbiamo preso un cacciavite e l’abbiamo puntato al centro di una porzione di terra del nostro giardino che avevamo individuato per l’occorrenza. Quindi abbiamo preso una corda, abbiamo misurato 60 cm e alle sue estremità abbiamo creato due occhielli nei quali sono stati assicurati, il cacciavite che fungeva da perno fisso, e un rametto di legno. A questo punto tendendo la corda abbiamo tracciato con il rametto la circonferenza entro la cui circonferenza avremmo realizzato il nostro forno. Entro tale circonferenza abbiamo scavato con un badile la base del forno che doveva essere profonda circa 50 cm.

Per finire abbiamo dovuto ampliare in due punti opposti della circonferenza lo scavo iniziale con due aperture profonde una ventina di centimetri, una per la presa per l’aria indispensabile per alimentare il fuoco, l’altra per la bocca del forno per accenderlo.

2) Con questa seconda fase di lavoro abbiamo predisposto il forno, preriscaldandolo in modo da asciugare la terra per favorire le fasi successive, quindi abbiamo ricoperto la base con foglie, paglia, e un po’ di legna che successivamente abbiamo acceso attivando un bel fuoco. Alla fine della combustione è rimasto sul fondo della brace e la terra era evidentemente ben asciutta.

3) Questa ulteriore fase richiedeva particolare attenzione; abbiamo ricoperto la base con foglie e paglia su cui abbiamo disposto ordinatamente i manufatti.

4) Infine abbiamo aggiunto legni vari, ancora paglia e foglie a riempire ogni interstizio e poi su tutto, la terra che ha formato una vistosa cupola che emergeva dal profilo del terreno circostante.

5) Dopo aver ricoperto tutto il forno, abbiamo acceso dalla bocca del forno il nostro fuoco che riusciva a rimanere acceso grazie all’ apertura posteriore che permetteva l’entrata dell’aria indispensabile per alimentare la sua fiamma. La combustione è durata quasi due giorni.

6) L’ ultima fase è consistita nell’estrarre i lavori dal forno ormai spento e freddo.

La cupola sembrava essere crollata come se si fosse sgonfiata perché’ la combustione si era esaurita e il volume di legna e paglia era necessariamente diminuito.

Estrarre i lavori cotti tra quei detriti di terra e cenere è sembrato un po’ come affrontare uno scavo archeologico.

CALENDARIO


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