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Epoca di forestazione 2021

Ad inizio Ottobre si è svolta per la nona classe l’esperienza di Forestazione, che ha aperto l’anno scolastico nei boschi del bacino del Prescudin, un’area protetta in Friuli Venezia Giulia, allo scopo di unire motivazioni pedagogiche, didattiche, ambientali e sociali.

Il rapporto con il mondo vegetale matura durante tutto il corso di studi, trasformandosi dall’ambiente “fiabesco”  all’ecosistema forestale, inteso in tutte le sue accezioni e vissuto come campo pedagogico ideale per cogliere il senso della “sostenibilità”.

Il bosco, inteso come luogo di cui godere di una passeggiata, ma anche come bene culturale multifunzionale, che serve alla protezione del suolo e alla produzione di legname, che può donarci i suoi frutti, le sue qualità solo se anche noi lo curiamo, lo utilizziamo e lo proteggiamo con scrupolosità e competenza. L’equilibrio fra uomo e natura nel dare e nel prendere viene vissuto dai ragazzi attraverso questa attività.

Uno dei motivi fondanti l’epoca di forestazione è far maturare nei ragazzi il senso di gratitudine e di responsabilità con cui l’essere umano dovrebbe entrare in natura e godere dei suoi doni. Ogni scelta richiede una motivazione consapevole ed una coscienza delle conseguenze, che nel mondo vegetale spesso non sono immediate, ma richiedono uno sguardo che va avanti nel tempo. Allo stesso modo le cause di quello che i ragazzi incontrano sui loro passi sono da ricercare in tempi lontani e coglierle aiuta ad ampliare l’orizzonte del proprio agire nel mondo.

L’abbattimento di un albero ad esempio è un’esperienza molto particolare, così distante dal raccogliere un fiore o dei cereali.

La scelta dell’esemplare dipende dall’obiettivo e dal motivo per cui quell’abbattimento è necessario e quindi richiede un’educazione all’osservazione attenta e puntuale. Si tratta di plasmare in modo creativo le forze della natura, ma comporta il crearsi di una certa relazione con l’albero. Sorge così spontaneo un atteggiamento di riverenza e di gratitudine. Forze morali nascono dall’interiorità dei ragazzi, non vengono impulsate dall’esterno. Nasce uno spontaneo sentimento di protezione verso la natura, che è alla base dell’ecologia.

Proprio dove un albero viene abbattuto, le forze rinnovatrici del bosco agiscono in modo particolarmente intenso, ogni pianta è parte di un tessuto vitale. Come in ogni processo culturale, così anche in natura è necessario creare spazio, al fine di consentire al nuovo di manifestarsi. I ragazzi lo sperimentano interiormente, perché devono superare l’infanzia per poter diventare adulti; così la pubertà può essere vissuta non soltanto come un dramma personale, ma come un processo necessario per diventare uomini.


COMPITO
L’intervento è consistito nella manutenzione di alcuni tratti del sentiero “Anello di Villa Emma”, già oggetto di attività da parte di ragazzi della nostra scuola in passato. Dopo la tempesta Vaia infatti alcune porzioni sono franate ed il sentiero risultava interrotto, così la Forestale ci ha richiesto delle opere di ripristino ed alcune varianti per superare i tratti ormai impraticabili.

I ragazzi hanno realizzato gradini, contenimenti, sistemato scarpate, creato nuove tracce e reso visibili i nuovi percorsi. Hanno utilizzato attrezzi come seghe ad arco, picconi, una mazza da 5 kg e accette, sperimentandosi in attività differenti.
Il lavoro è iniziato in classe, con la preparazione della parte didattica necessaria a contestualizzare il lavoro e prepararsi a cogliere ed accogliere l’esperienza.

Il lavoro in bosco è stato faticoso ma anche molto entusiasmante, i ragazzi hanno attraversato momenti di difficoltà ma li hanno superati e trasformati. Percorrere con loro il sentiero finito l’ultimo giorno, vederli camminare con soddisfazione su quel tratto di mondo in cui possono ora riconoscere la loro mano, è stato commovente.

Abbiamo vissuto un’esperienza di ascolto, siamo stati immersi nei profumi, nei colori, nella voce del bosco ed abbiamo apprezzato la chitarra intorno al fuoco, le risate, come anche il totale silenzio ed il buio della notte in cui abbiamo ascoltato il bramito dei cervi.

L’altra metà del valore di questa esperienza risiede nell’aspetto sociale, si parte con individui che si sfiorano fra i banchi della scuola e si ritorna con un “corpo classe” che si incontra riconoscendo le reciproche individualità e particolarità.

La condivisione degli ambienti, la cura degli spazi comuni, i turni di cucina per tutto il gruppo, lavare piatti e pentole per 30 persone, riuscire a rispettare nature differenti, tempi e modi distanti fra loro e cogliere la bellezza ed il nutrimento che la “diversità” può dare, è un motivo conduttore delle scelte degli insegnanti che li accompagnano.

Grazie a tutte le persone che hanno reso possibile questa esperienza e grazie ai ragazzi che si sono fidati ed affidati.

Prof.ssa Raffaella Cora






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