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Le interviste impossibili: Gabriele D´Annunzio


Una studentessa del XXI secolo, si reca in Toscana per un’intervista al celebre Gabriele D’Annunzio. L’intervista è un incontro di due menti raffinate che si svolge in tono colloquiale, facendo emergere le caratteristiche del poeta e le sue opinioni sui temi di attualità.

INTERVISTA

D’Annunzio = D
Interlocutrice = I

D: (…) Io sono oltre la Destra e oltre la Sinistra, io vado verso la vita!
I: Scusate… signore, potreste rallentare il passo?... Signor D’Annunzio, potreste concedermi un momento del vostro prezioso tempo?
D: Mi segua, prego, in questa folla rischiamo di rimanere intrappolati. Oh, buongiorno presidente, è una lieta sorpresa, per così dire, averla qui stamane. I: Signore, non vorrei essere invadente in presenza di un personaggio così importante, ma sarei davvero interessata a porle alcune domande.
D: Oh immagino, se non me medesimo, chi mai avrebbe potuto catturare le cortesi attenzioni di una così avvenente fanciulla?
I: Oh beh… Se è così che avvicinate le vostre amanti, comprendo il vostro successo…
D: Vedo bene che siete una giovane intraprendente. Ma torniamo al buon vento che vi porta da me in questa aura di primavera, chiedete dunque, non abbiate remore.
I: Come dicevo, vorrei farle alcune domande. Ho potuto conoscerla solo attraverso i libri scolastici e attraverso le sue opere.
D: Quale lieta novella! Non immaginavo che i miei piccoli capolavori avessero ricevuto tale onore.
I: Non oggi, tuttavia nel XXI secolo siete ancora sulla bocca di molti. E proprio perché siete ritenuto uno dei maggiori artisti del ‘900, sono onorata di essere qui, e ora non siate troppo modesto.
D: Io modesto? È il solo difetto che mi onoro di non avere. È certo che, per così dire, rimarrò intramontabile nei secoli.
I: Immagino che queste verdi colline toscane vi siano di ispirazione, ho letto che qui avete composto le vostre opere migliori.
D: Davvero?! Sto iniziando la stesura di un ambizioso progetto letterario, in questo canto vorrei spaziare dal passato mitico dell’Ellade alla celebrazione del mondo moderno e dei suoi destini gloriosi. Vedete, il creato così come si presenta ai nostri occhi è di una tale perfezione che merita la nostra contemplazione e l’esaltazione di lui medesimo.

I: Purtroppo di destini gloriosi non ce ne sono. Proprio per questo motivo volevo chiedervi cosa ne pensereste se vi dicessi che, in un solo secolo, tutto ciò che voi state cercando di ottenere con costanza e dedizione, verrà messo da parte in favore di leggi liberticide?
D: Quindi, dopo tutto, sono destinato ad essere un perdente? È assai sorprendente. Fin dalla mia più tenera età ero convinto di esser destinato a fare la vita mia e la società come si fa un’opera d’arte. Bisogna che la vita d’un uomo d’intelletto sia opera di lui. Nessuno dovrebbe mai scordare che la superiorità vera è tutta qui.
I: È vero ciò che dite, eppure il mondo ha preso una piega del tutto differente: l’uomo dei miei tempi preferisce la corsa al denaro piuttosto che la ricerca del bello che lo circonda; il denaro è ormai più importante della conoscenza e si ritiene che possa fare la felicità.
D: Ciò mi rattrista. La felicità sta nella ricerca della bellezza, nell’esser prodighi di sé. La felicità sta in certi sguardi di donna che l´amante non scambierebbe con l´intero possesso del corpo di lei; nella lotta per l’affermazione della patria perché dov’è la vita è il sogno e dov’è il sogno è la vita.
I: Vi ritenete un sognatore, dunque? Mi ricordate molto il protagonista de “Il piacere”, il giovane Andrea Sperelli, era vostra intenzione dare vita ad un secondo D’Annunzio?
D: La mia anima visse come diecimila, signorina. La distinzione tra autore e personaggio non è sempre così netta, talvolta sfuma fondendosi fra i due.
I: Cosa intendete dire?
D: Il verso… è cielo e terra, corpo e anima, il verso è tutto. È l’espressione di un animo turbato e la sua strada di redenzione.
I: Siete sorprendente quanto criptico, signore. Ma da dove traete la vostra ispirazione?
D: Scrivere è per me il bisogno di rivelarmi, il bisogno di risonare, non dissimile dal bisogno di respirare, di palpitare, di camminare incontro all´ignoto nelle vie della terra.
I: Davanti a tanta erudita eloquenza non posso che restare senza parole. Mi domandavo solo se c’è una qualche musa che vi ispira tali concetti?
D: Una qualche musa? Le sembro il genere di persona rispettabile che si limita a farsi ispirare da una sola Elena? Oh no, ne ho avute molte. Una fra tutte è la musica dei miei attuali versi: Eleonora Duse, la mia dolce e bellissima attrice.
I: Parlate d’amore come uno che l’amore lo conosce fino in fondo, è così?
D: Vivo per l’amore e per le sensazioni che mi regala, giorno dopo giorno. Ho avuto diverse donne nella mia vita e ognuna di esse è parte del mio cuore. Tuttavia l’amore che nutro per la bellezza dell’arte e della poesia rimane l’unico vero amore della mia vita.
I: Quindi, lo scopo di un’esistenza è quello di vivere per trovare la bellezza in ogni piccola cosa e mostrarla agli altri? È questo che state cercando di dirmi?
D: Definire la bellezza, è questo il vostro unico officio. 

Alice C.
Ludovica Z.   XIII a.s. 2020-2021

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