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La tecnologia e la sua influenza sulla vita dell´uomo

L´uomo segue ritmi frenetici, sempre alla rincorsa del tempo, unica cosa che non è in grado di controllare e dominare.

I valori che lo caratterizzavano quali il rispetto e l´umanità stanno di conseguenza scomparendo, inghiottiti dalla freddezza della ragione.

Il mondo è sfruttato in tutte le sue fonti, e l´attenzione rivolta ad esso e alla sua salute è di pochi.

L´umanità ha perduto la sua dignità rispondendo ad un bisogno di ricchezza e potere.

Il capitalismo fa da padrone, gioca d´azzardo con la società corrotta, e la tecnologia, figlia di questo mondo per pochi, è una delle protagoniste di questa marcia verso il progresso.

Essa ci dona sì l´immediatezza, l´assoluta reperibilità di informazioni di ogni tipo, ma anche la subdola presunzione dell´illusione della conoscenza.

Ormai gran parte dei bambini riesce ad usare con apparente disinvoltura il sistema touchscreen dello smartphone, quasi si trattasse di un sesto senso innato.

 Secondo lo psicologo Jerome Bruner è tutto merito della cosiddetta capacità di rappresentazione enattiva.

Nei primi anni di vita, quando il linguaggio non ha assunto il ruolo pervasivo che ha dai 5-6 anni, il bambino classifica gli oggetti con simboli o parole. Le mani, essendo il prolungamento dei suoi pensieri, sono lo strumento della sua intelligenza, e gli permettono di utilizzare con naturalezza questi dispositivi.

Sono in molti ad affermare l´utilità di questi dispositivi nella vita quotidiana infantile, ma solo sfruttandone l´interattività.

Questo porterà il bambino a sviluppare capacità cognitive fuori dal comune, come il multitasking, che stimola lo sviluppo di una maggiore capacità di integrazione cognitiva delle informazioni gestite contemporaneamente. Fattore che però comporta una diminuzione delle capacità di attenzione e una trascuratezza dello sviluppo del senso sociale.

Bisogna tenere conto però che il bambino a quell´età scopre il mondo attraverso il corpo, superando grandi ostacoli.

Il gioco spontaneo è in grado di educarlo per mezzo della sua fantasia e dell´esperienza pratica a contatto con oggetti reali della natura.

Quindi, perché mai privare i bambini delle loro conquiste?

La tecnologia, in particolare introdotta precocemente, rischia di danneggiare l´umanità.

La domanda da porsi è: vogliamo essere uomini morali e sensibili o vogliamo diventare macchine?

Secondo me bisognerebbe non dimenticare l´equilibrio necessario tra ragione e sentimento.

Come il filosofo Schiller parla dello stato estetico e del percorso che ha fatto l´uomo per distaccarsi dalla natura e per sviluppare la chiara intelligenza, così questa teoria regge ancora adesso.

Lo sviluppo della ragione porta quest´ultima ad entrare in contrapposizione col sentimento, accompagnando l´umanità verso la “macchinizzazione”.

Sarebbe necessario quindi un avvicinamento alla natura realizzato ragionevolmente, ma non un avvicinamento agli istinti.

Non credo si debba guardare in maniera negativa alle nuove tecnologie, che hanno portato l´uomo a vivere in modo molto più comodo ed evoluto, e nemmeno che si debba regredire in questo ambito, poiché vorrebbe dire rifiutare l´intelligenza che ci eleva quali uomini, ma credo sia opportuno un cambio di prospettiva e di finalità.

Sicuramente dovrebbe cambiare la maniera in cui questi mezzi tecnologici vengono usati in tutte le fasi della vita. Dovrebbe esserne fatto un uso più consapevole e responsabile, facendoli diventare un aiuto e distinguendo la loro funzione di utilità dal puro e semplice intrattenimento.

L´uso eccessivo della tecnologia diventa per i giovani il mezzo inconsapevole per aggirare esperienze di socialità faticose necessarie però alla crescita personale, come per l´adulto può diventare causa di apatia intellettuale e di illusione di libertà.

Non necessariamente la tecnologia deve andare a discapito dell´umanità, ma l´uomo dovrebbe imparare ad usarla, senza invece farsi usare da essa. Solo così si potrà parlare di vero progresso.

 

Corinna  – XII classe


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