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Esperienze di alternanza scuola lavoro in XI
UNA NUOVA ESPERIENZA DI VITA
Nel periodo che va dall’11 al 29 gennaio ho svolto le mie ore di tirocinio nell’azienda Uni.S.Ve, specializzata nel restauro di immobili di pregio, che opera nell’area di Venezia. Qui ho potuto vedere in prima persona com’è il mondo del lavoro, le dinamiche, i requisiti richiesti, ma non solo... Per queste tre settimane di alternanza scuola-lavoro ho alloggiato in un appartamento assieme a due miei compagni di classe, che si trovava a 10 minuti dal cantiere dove ho lavorato. Oltre ad essere stata un´esperienza nel campo lavorativo, ho anche avuto l’opportunità di rimanere in una casa che non fosse la mia, situata in un´altra città, e questo ha richiesto autonomia e organizzazione. La convivenza è andata molto bene e si è rivelata un´esperienza oltre che istruttiva anche divertente, ma ovviamente ho dovuto rispettare delle regole che mi ero imposta per non avere poi problemi al lavoro. Abbiamo dovuto arrangiarci a fare tutto: cucinare, pulire e tenere in ordine la casa, arrivare in orario a lavoro e quindi anche regolarsi con tutti gli orari, compreso quello per andare a dormire. Secondo me è stato molto utile per capire come potrebbe essere la mia vita futura e cosa bisogna fare in parte quando si diventa adulti.
Camilla M.
FARE SCUOLA A 1000 METRI
Profumi, colori, suoni e panorami mozzafiato di una
scuola immersa nel bosco a mille metri di altezza sono la cornice unica e
inimitabile che i bambini riempiono con la loro gioiosa presenza.
Esistono tanti tipi
di scuole, ma non tutti hanno la possibilità di frequentarne una a 1000 metri
di altezza, circondati da un paesaggio mozzafiato. Non è da tutti poter
guardare fuori dalla finestra e ammirare la catena delle Dolomiti ricoperta di
neve candida che brilla alla luce del sole. Io ho avuto la
fantastica possibilità di provare questa esperienza per tre settimane in una
scuola Waldorf situata a Bolzano, nella località di Colle.
Quando si arriva in
cima con la funivia delle 7.30 di mattina si può ammirare l’alba alzarsi dietro
le montagne, colorare il cielo e sfumare le nuvole di rosa… e si è avvolti in
una tranquillità assoluta che, in città, non si prova neanche durante la notte.
Si percepisce qualche canto degli uccelli, il nitrito dei cavalli che sprofondano
nella neve, la leggera brezza gelida che congela il viso e, nelle mattine in
cui nevica, il rumore delle scarpe sulla neve fresca, appena posatasi al suolo. Lo stabile è un vecchio maso e accoglie al suo
interno circa un centinaio di persone, tra bambini, ragazzi e maestri. È un
ambiente rustico e rurale che conserva ancora alcuni degli attrezzi di un tempo
e, al piano inferiore, le mangiatoie dove una volta si nutrivano gli animali.
Vivere in questa realtà è come percepire il mondo da un altro punto di vista,
un punto che ti isola completamente da tutto ciò che ti circonda, avvolgendoti
in assoluta pace e tranquillità. Frequentare una scuola così è un’esperienza
educativa sia sul piano pedagogico che umano: si colgono da un lato il grande
impegno formativo degli insegnanti e dall’altro il profondo insegnamento che
solo la natura, con la sua sottile energia vitale, può dare.
Marika P.
CIÒ CHE NON VEDIAMO DEGLI ALTRI
Capita ogni giorno di voler essere qualcun altro, di
dimenticare chi siamo e dove andiamo… ma ci sono luoghi dove chi siamo riemerge
dalle profondità, aprendoci di nuovo gli occhi.
Dopo aver vissuto
per circa un mese la quotidianità della Fattoria didattica La Casa di Anna,
possiamo capire quello che questo luogo è per le persone con difficoltà che lo
frequentano: NORMALITÀ, questa è la parola chiave che ritengo adatta a
descrivere questa realtà.
Collocata nella
campagna limitrofa alla periferia di Mestre, è un´azienda di circa due ettari,
nei quali è stata restaurata una vecchia casa contadina come residenza ed
agriturismo; annessi vi sono due edifici destinati alla lavorazione della
materie prime agricole.
L’azienda nasce nel
2015 come fattoria sociale, un´isola di pace dal mondo, dove ragazzi, con
difficoltà e non, possono trovare un posto. I fondatori di questo progetto si
dedicano principalmente alla coltivazione biologica di ortaggi, sia in campo
aperto che in serra, garantendo freschezza e qualità del prodotto e col tempo
hanno dato il via alla trasformazione delle materie prime nei propri
laboratori.
Lavorando a stretto
contatto con la Terra le sensazioni sono intense, sferzate da freddo e caldo;
ogni giorno il campo chiama e il contadino corre in suo aiuto e, nel caso della
Casa di Anna, i contadini sono persone con svariate difficoltà nella vita.
Grandi lavoratori,
come piccole formiche, si muovono sui campi infangati, volenterosi di
raccogliere ogni prezioso frutto della madre terra; il lavoro in loro compagnia
assume un altro volto, che leggiadro sfida il vento e vince il fuoco.
Dopo aver
conosciuto le persone che lavorano e danno vita a questa bellissima realtà, gli
occhi mi si sono schiusi dal buio della profondità verso una nuova luce. Non
che la luce sia scesa in terra o un miracolo mi abbia avvolto… ma ho riscoperto
la bellezza e il valore della NORMALITÀ, scelta da persone che hanno difficoltà
a vivere nella frenesia e che sposano una vita più sana, che i più forse,
preferiscono non vedere.
Francesco A.
DALL’ALTRA PARTE DEL BANCO
Durante il mio
tirocinio di PCTO presso l’associazione per la pedagogia steineriana di Treviso,
ho potuto vivere un’esperienza “dall’altra parte del banco”, in quanto ho sperimentato
in modo pratico la possibilità di essere una maestra. Ho vissuto questa
esperienza nella classe V, affiancata dal maestro Nicola che mi ha aiutata a
portare a termine i miei compiti.
Nelle tre settimane
di lavoro ho avuto due occasioni: la prima è stata esporre davanti ai bambini
due storie che mi aveva dato in consegna il maestro; le sensazioni non erano
come quando si espone qualcosa davanti alla propria classe, dovevo avere un certo atteggiamento nel
raccontare, in modo da attirare l’attenzione dei bambini e tenere un certo tono
in modo da interessarli a ciò che succedeva ai protagonisti delle storie. La
seconda occasione si è presentata quando il maestro Nicola mi ha chiesto di
inventare un ritmo che poi ho eseguito con i bambini tutte le mattine nelle
settimane a seguire. A casa ho ideato un ritmo abbastanza semplice che
potessero eseguire tutti senza difficoltà e poi in classe l’ho fatto fare ai
bambini, il primo giorno all’unisono, poi anche a canone. Questa seconda esperienza
è stata diversa dalla prima perché dovevo essere più presente e stimolare i
bambini, ma ho avuto un riscontro molto affermativo da parte loro.
In ogni caso, a parte qualche difficoltà iniziale
per capire come atteggiarmi, questa prova è stata positiva e gratificante e mi
ha insegnato come pormi con dei bambini e come comportarmi per cercare di
coinvolgerli, rendendoli partecipi di ciò che accade.
Dorotea B.