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Brexit - Giovani indifferenti

C’è stato un conflitto generazionale dietro i risultati della Brexit?

Il 23 giugno scorso la popolazione inglese è stata chiamata a votare per decidere se uscire o meno dall’Unione Europea, e la maggioranza ha scelto di uscire, ma molti giovani sembrano essersi astenuti.



La verità è che, se i dati stimati sono corretti, i giovani sono andati a votare in pochi, il 27% tra i 18 e 24 anni contro più del 60% degli ultrasessantacinquenni.
Il che vuol dire che i giovani non sono proprio scesi in campo.

Il primo interrogativo che dovremmo porci è perché i giovani non si sono interessati a Brexit, e gli altri sì.

Secondo le stime fatte prima delle elezioni il 75% dei giovani avrebbe votato contro Brexit, per il «remain» ma, attenzione, si tratterebbe del 75% di quel 38% che ha votato contro Brexit, cioè solo di poco più del 10% dei giovani britannici. Tutti gli altri a casa, disinteressati, o disinformati. 

Gli anziani nel Regno Unito rappresentano il 22% della popolazione, ma hanno raggiunto il 29% tra i votanti.

I sondaggi prima del referendum evidenziavano una maggiore tendenza anche delle classi sociali basse a schierarsi a favore dell’uscita, pure tra i giovani, specie quelli con titolo di studio più basso. Chi si schierava per uscire dall’Ue lo faceva soprattutto per paura, degli immigrati e per le difficoltà economiche che incontrava.

I giovani rappresentano il 29% della popolazione e il 22% dei votanti. La scarsa partecipazione al voto dei giovani, tendenzialmente più favorevoli all’Europa, ha penalizzato il fronte del ‘’remain’’.
Se la scelta dei più anziani può considerarsi scellerata, a spianargli la strada è stato il disinteresse giovanile, vanificando il voto e l’impegno dei loro coetanei.

Personalmente trovo allarmante questo disinteresse giovanile nei confronti della politica, in quanto questo porta ad una limitazione della libertà personale. Come si può infatti giudicare la corruzione, le scelte sbagliate e le contraddizioni, se non si fa tutto il possibile per impedire che queste cose accadano? Chi, come i maggiorenni, ha la possibilità di fare qualcosa, dovrebbe avere anche una sorta di coscienza morale e la capacità di scegliere anche per coloro che non possono farlo.
Naturalmente comprendo che questo fatto, in questo specifico caso, è anche dovuto a una disinformazione; ciò è dimostrato dalle ricerche in internet successive al voto per informazioni, perciò non tutta la colpa è imputabile ai votanti.
Spero che questo fatto aumenti la consapevolezza nei giovani del loro potere decisionale e delle conseguenze dell’ignorarlo.

Giovanni - XII cl.


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