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L´Isola Sconosciuta: Recita di VIII classe

“La nostra recita L´Isola Sconosciuta parla di un uomo come altri che però ha il coraggio e la forza di far sentire la sua voce, a partire da una richiesta che decide di fare ad un re che non sa prendere decisioni ed è circondato da una corte di “galline”.  Quest´uomo sperimenta gli ostacoli della vita e quando finalmente ottiene quanto aveva richiesto – una barca – viene affiancato da una figura illuminata, nelle vesti di una donna delle pulizie. Il viaggio che entrambi si apprestano a compiere non è un reale viaggio ma è più un viaggio interiore, perché bisogna allontanarsi da sé stessi per vedere chi siamo veramente. Il vascello “ Isola Sconosciuta” è pronto, può andare alla ricerca di sé stesso.”

“Personalmente, durante le tre rappresentazioni, ero piuttosto calmo e pensavo esattamente al momento che stavo vivendo, non a quello che era successo prima o che sarebbe successo dopo. Io ero presente. Devo riconoscere, però, che dopo aver recitato la mia parte, mi sono sentito sollevato, anche se la recita non era ancora finita!

Tra tutte le esperienze vissute in questi anni, questa ha unito particolarmente la nostra classe. É come l´avessimo assorbita poiché anche nelle nostre conversazioni quotidiane affiorano personaggi e battute della recita. E´ stata un´esperienza molto intensa ed entusiasmante, talvolta anche estenuante e ci ha richiesto molte energie e forze. Però questa energia si è riversata nelle bellissime rappresentazioni che abbiamo donato agli altri, gratificandoci e ricompensandoci della dedizione e del lavoro che ci avevamo messo”.

 “Alcuni giorni prima della recita mi sono ammalata.. Per questo motivo la sera della prima ho deciso di non recitare, ma di stare dietro alle quinte per dare una mano ai miei compagni. Devo essere sincera: mi sono proprio divertita! L´inizio l´ho trascorso a calmare una compagna che era parecchio in ansia, successivamente ho corso da una parte all´altra delle quinte per portare i costumi ai miei compagni! Credo che i momenti più belli siano stati proprio questi, insieme ai miei compagni, le risate, le emozioni, gli imprevisti... Abbiamo collaborato tutti come una squadra, ci siamo aiutati e allo stesso tempo abbiamo imparato ad essere autonomi e ad arrangiarci. E´ bello poter essere circondati da persone su cui contare, sapete? E´ stato impressionante vedere come ogni cosa ha preso forma giorno dopo giorno grazie al nostro lavoro collaborativo ed armonico. Infatti, credo siano stati questi i “segreti” della recita: ARMONIA e COLLABORAZIONE. Senza questi segreti non saremmo riusciti a realizzare un progetto che fino a due mesi prima era solo uno strano copione verde!”

“Nei giorni delle rappresentazioni non ero particolarmente agitato e alla fine ero quasi triste di non dover fare più le prove e tutte le altre preparazioni a cui da un paio di mesi abbiamo lavorato quotidianamente. Avevo quasi voglia di cominciare subito un´altra recita... Il momento più bello del percorso è stato lavorare sul palco: quando lo abbiamo avuto ho sentito che era molto diverso  immaginare cosa avremmo potuto fare rispetto a quando provavamo nelle aule. Mi sono divertito molto guardando i miei compagni recitare e anche sorpreso nello scoprire come alcuni di loro recitavano, nell´alzare o no la voce. Li ho visti cambiare sul palco. Credo che questa esperienza non sarebbe stata la stessa senza il contributo di tutti e non sarebbe mai stata la stessa cosa se anche uno solo di noi fosse mancato , perché...il bello del viaggio è partire e arrivare tutti insieme. Secondo me  la vera Isola Sconosciuta è ognuno di noi. Tutti noi siamo un´isola che va trovata allontanandosi da noi stessi ma... a volte da soli non possiamo farcela, ci serve l´aiuto di chi veda chi siamo veramente.”

 “E´ stato bellissimo donare il frutto del nostro grande lavoro insieme. Da soli, non si riesce a fare nulla. E´ anche per questo che facciamo la recita in ottava, è una specie di esame, ma insieme, mentre gli esami di fine anno sono un´esperienza individuale.  

"Quando sono salito sul palco neanche un pensiero mi ha sfiorato in quell´ora e mezza di recita. Penso si siano sentiti così anche i miei compagni. Mentre ero su quel palco con loro mi sono sentito pieno, ripagato di molto di più di quello che avevo dato. E´ stata un’esperienza magnifica, che non scorderò mai più”.

 “L´uomo che chiede la barca e la donna delle pulizie si compensano, si donano reciprocamente uno  manca all´altro... La nostra recita, agli occhi di un bambino, parlava di re, corte, marinai...ma agli occhi di un adulto poteva essere una metafora della vita. Chi erano quell´uomo e quella donna? E il re?  E la corte? Tutto aveva un senso. Per me questa recita parla anche della libertà. La libertà che non aveva la corte di decidere con la propria testa, perché avevano paura. La libertà dell´uomo che ha il coraggio di chiedere e lotta per raggiungere la sua meta, o quella della donna che decide di abbandonare tutto per seguirlo e sostenerlo. Quest´anno abbiamo parlato tanto di libertà in classe. La libertà non è solo la mancanza di schiavitù ma è la possibilità di esprimere quello che noi siamo veramente. … Nei mesi di lavorazione alla recita siamo salpati tutti insieme per un lungo viaggio e nei giorni delle rappresentazioni abbiamo raggiunto un mare vasto, cristallino e tenebroso al tempo stesso, che i nostri occhi non avevano mai visto. Mi sono sentita come se  ci dovessimo lanciare dalla vetta più alta per raggiungere il punto più tenebroso del mare... Quello che non scorderò mai è il cerchio di mani, strette, strette, che racchiudeva  tutti i nostri cuori”.

“Quando abbiamo donato al pubblico la nostra recita, ho sentito che stavo vivendo un´esperienza che mi ha fatto crescere interiormente. Ho capito che bisogna impegnarsi per realizzare ciò che si vuole fare. Sul palcoscenico, di fronte a centinaia di persone, mi sono sentito tranquillo, anzi… un capitano (infatti era anche il mio personaggio!).  Realizzare questa recita insieme a tutti i miei compagni è stato un modo di unirci creando e modellando insieme qualcosa di concreto”.

 “...mentre sfilavo tra il pubblico le mie emozioni erano come un fiume in piena ma salito l´ultimo gradino del palco il fiume è evaporato lasciandomi una sensazione di benessere. Mi sono divertita moltissimo nel recitare, dire le mie battute mi procurava grande gioia. Realizzare questa recita è stato come partire per un lungo viaggio senza provviste e riuscire magicamente a raggiungere la nostra meta, che ha preso sempre più forma mentre prima era solo una vaga visione, aiutandoci e collaborando insieme”.

 
“…..mi ha fatto molta tenerezza vedere così tante persone venute a vederci ed ascoltare la nostra storia...”

 

“...mi sono stupita di me stessa nel sentire la tranquillità che provavo stando sul palco. Non avevo paura, perché sapevo di non essere sola su quel palco: c´erano tutti i miei compagni, tutti i miei amici e anche senza parlare ci sostenevamo a vicenda, anche senza parlare, solo con la presenza e l´attenzione. Sapevo che se avessi sbagliato qualcosa, loro mi avrebbero aiutata ed io avrei fatto lo stesso per loro.”

 “...a recita terminata mi sono sorpresa di come avessimo creato tutto noi, aiutandoci, facendoci aiutare e guidare dai nostri maestri in questo viaggio indimenticabile, in cui mi sono divertita assai tra risate, sgridate, sorrisi e lacrime che porterò per sempre nel mio cuore”.

 “...mentre lavoravamo alla recita neanche ci pensavo che stavamo creando qualcosa.  Ho iniziato a pensarci solo dopo averla fatta. Se ci pensi solo per un secondo, può sembrare un fatto come un altro ma, riflettendoci, è stata una cosa grande. Ed è strano pensare che due mesi fa la nostra recita non esisteva e ora c´è, c´è stata e ci sarà per sempre, nei nostri ricordi. Sono fiera di aver condiviso questo ricordo con i miei compagni.”


“ Sapete già tutti che L´Isola Sconosciuta è il titolo della nostra recita che quest´anno ha saputo allietare e catturare con ironia e dramma il pubblico della palestra-teatro . Come si intuiva dal titolo, la nostra recita parlava di isole, di barche e di mare ma...non fatevi ingannare! Essa ha saputo commuovere e ha strappato qualche sorriso anche sulla  terraferma.

"La sua preparazione ha richiesto un grande lavoro e io e i miei compagni, sempre seguiti da numerosi insegnanti che ci hanno aiutato, abbiamo provato, montato, fissato, condiviso così tante esperienze indimenticabili e quello che ho provato durante le rappresentazioni non lo dimenticherò mai.   Come tutte le cose belle anche questa esperienza è finita...subito dopo l´ultima replica il palco e le scenografie sono state disfatte e il pubblico se ne è andato. A occhio nudo poteva sembrare che in quel luogo non fosse accaduto nulla o che tutto fosse finito. Ma non era così. Nella palestra teatro riecheggiavano ancora le nostre voci, quelle voci che mesi prima si erano adoperate per costruire insieme qualcosa di nuovo, qualcosa che prima non esisteva. Grazie!.”


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