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La favola dei saltimbanchi - invito alla Recita di VIII Classe

La Classe VIII metterà in scena un testo di Michael Ende:
La Favola dei Saltimbanchi

Venerdì 15 alle ore 19,00
Sabato 16 alle ore 18,00

presso la palestra/teatro della Scuola Novalis

Per i ragazzi della mia classe che, per otto anni, cioè per un buon tratto della loro ancora giovane vita, ho avuto il compito di accompagnare, ho scelto con cura, ma non senza esitazione, questo lavoro di Michael Ende da rappresentare quale saluto, quale estrema prova da superare insieme secondo la tradizione di tutte le nostre ottave classi.

Lo spazio nel quale ci stiamo muovendo faticosamente è improbabile per il nostro testo così fragile e immaginativo, eroicamente fiabesco.

È un´opera teatrale in cui l’autore mostra di aver profondamente meditato sulle grandi prove di questa epoca, sugli ostacoli che la nostra cultura contemporanea continuamente ci pone affinché possiamo inaugurare una umanità del futuro.

Ci conduce nella storia con un linguaggio fiabesco, di fantasia, quale luogo dove è ancora possibile attingere le forze indispensabili per incontrare gli altri uomini con i loro destini incomprensibili.

Sì, la fantasia appare al nostro autore uno strumento prezioso per percepire la bellezza, la verità e la bontà quali valori che l´umanità Intera può ancora riconoscere.

Gli eroi ai quali Ende lascia interpretare la parte di questa residua umanità, ancora capace di sorprendersi e di non soccombere alla potenza del grande ragno Angramain, sono saltimbanchi, artisti girovaghi, personaggi ormai marginali di una società indirizzata inesorabilmente o forse solo apparentemente a soddisfare non più i propri desideri ma la voracità consumista di un grande mercato globale.

Sono temi adeguati a dei ragazzi quattordicenni? Sono temi che loro, anche attraverso questo linguaggio così artistico possono comprendere o hanno compreso? Forse no. Ma il nostro lavoro è anche questo, avvicinare alle loro coscienze nascenti temi che a loro sono ancora distanti e che forse comprenderanno più avanti, quando li riconosceranno, proprio perché qualcuno, per loro, ha avuto la fiducia di seminarli attraverso la fantasia, una possibilità di rinnovare la fiducia nella vita. 

Nella storia, il saltimbanco Jojo, con la sua inquietudine e con la sua tristezza, e Eli, con la sua malattia, troveranno conforto e cura nel riconoscere l’uno nell’altra la propria metà, ma sarà proprio Eli con la sua semplicità a destare una rinnovata fiducia in sé stessi grazie alla quale, i saltimbanchi, decideranno di riprendere il cammino insieme.

Concludo questo piccolo mio contributo con una riflessione di Martino: 

Questa recita sta venendo fuori proprio bene; i risultati cominciano a uscire allo scoperto. 
Ciò che più mi ha destato stupore è il personaggio di Eli, la bambina ritardata.
È una ragazzina coraggiosa che crede nel prossimo, e proprio queste qualità saranno fondamentali per vincere Angramain.

Vale la pena di trasmettere un messaggio di amicizia e d’amore verso gli altri, quasi come se fosse un’ultima speranza.

M. Valerio Falcone
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